In passato, quando abbiamo studiato l’osso, si è dato grande risalto agli osteoblasti e osteoclasti, ma le cellule più diffuse e più importanti, di fatto, all’interno dell’osso sono gli osteociti.
Per molto tempo nella storia dell’osso si è studiato che le cellule più importanti fossero gli osteoblasti e gli osteoclasti in quanto gli osteociti sembravano inattivi.
Le funzioni degli osteociti sono rimaste sconosciute per le difficoltà nelle tecniche di studio finché nell’ultimo decennio le tecniche di microscopia e biologia molecolare hanno portato i ricercatori a definirli come cellule che svolgono numerose funzioni e secernono diversi tipi di molecole che agiscono, anche a distanza, su organi come il rene, sui muscoli e su altri tessuti, facendoli rientrare tra gli organi con funzione endocrina.
Stando alle ultime ricerche, gli osteociti hanno acquisito un’importanza rilevante in quanto da cellule inattive, quali si pensava fossero prima di queste scoperte, oggi sappiamo sono i motori dell’osso e del suo rimaneggiamento. Gli osteociti rappresentano il 90-95% di tutte le cellule ossee e si estendono attraverso la matrice ossea mediante delle connessioni. I canalicoli formano queste connessioni con gli altri osteociti delle cellule vicine, oltre che con i vasi sanguigni e con le altre cellule che si trovano sulla superficie ossea.
Abbiamo già visto che ogni osteocita è collegato agli altri osteociti attraverso miliardi di canalicoli all’interno dei quali passa dell’acqua, il liquido extracellulare. Quindi possiamo dire che la relazione tra tutti questi osteociti è una relazione idrica e la capacità dell’osso di rispondere a stimolazioni, è una capacità che risponde, quindi, al sistema “idraulico”. Ecco perché l’osso risponde in tempo reale al nostro trattamento.
Parlando dunque di osteociti dobbiamo tenere ben presente che ci troviamo davanti ad una rete complessa la cui identità visiva non è stata ancora definita per via delle limitazioni nelle tecniche di imaging. Ad ogni modo studiosi, attraverso calcoli e modelli matematici, hanno stimato che lo scheletro umano di un adulto medio è composto da circa 42 miliardi di osteociti. hanno altresì stimato una lunghezza totale di 175.000 km che collega tutti i processi osteocitici collegati end-to-end.
Nel libro Lesioni Intraossee () potete trovare maggiori nozioni sul funzionamento degli osteociti che introducono le lesioni intraossee in maniera teorica e pratica.